ARTICOLI | 1996
di Massimo Barra
I concorsi locali di Primo Soccorso a livello di gruppo, i concorsi regionali, le centinaia di assemblee preparatorie di quella che è stata definita “una marcia su Roma”, le riunioni tecniche interregionali, le esercitazioni regionali di Protezione Civile, gli incontri finalizzati alla preparazione del Congresso, tutto ciò ha rappresentato un turbinio di interventi che hanno impresso una accelerazione forte alla Componente ed alla Associazione tutta. I tre eventi si sono svolti e si svolgono a livelli di partecipazione tali non solo da non passare inosservati ma anzi da determinare reazioni ed opposizioni.
Gli ostacoli che molti a livello di Comitato Centrale, di Presidenti di Comitato o di altre Componenti hanno proposto alla storica e irripetibile manifestazione del 5 ottobre, assieme alle falsità che certa stampa evidentemente ispirata e priva di pudore e buonsenso ha saputo vomitare, sono significative esternazioni di un modo superato di concepire l’Associazione nel segno di una continuità paternalistica ormai non più tollerabile. Non è più possibile neanche immaginare che tutto debba arrivare a Roma e da Roma partire, non foss’altro per i ritardi che questo sistema obsoleto ingenera. E’ ridicolo che per mettere fuori uso un automezzo l’ordinanza del Commissario debba essere sottoposta ad approvazione “degli organi di vigilanza” (?), così come sono ottocentesche e borboniche decine di altre prassi e consuetudini fatte apposta per mortificare le autonomie locali ed esaltare il potere centrale, con un costo elevatissimo tanto in termini di efficienza ed efficacia quanto in termini economici.
Al punto in cui siamo arrivati, pur con tutta l’umiltà di chi non ritiene di avere in tasca la ricetta della verità né che il mondo possa essere diviso secondo schemi manichei, la situazione della CRI sembra abbastanza chiara tra chi rimpiange quel centralismo burocratico che comunque lo protegge e lo rassicura e chi ormai ritiene irreversibile il processo di evoluzione decentrata in atto.
Dopo gli approfondimenti tecnici di Codroipo su quello che è la nostra stessa ragion d’essere, il soccorso, e la rivendicazione politica e profondamente morale per lo Statuto avvenuta il 5 ottobre, il Congresso dell’Ergife ci offre un’occasione unica per riempire di contenuti programmatici concreti quella ben definita e pratica strategia di sviluppo che i Volontari del Soccorso propongono alla Croce Rossa tutta. Forse, speriamo, anche l’occasione di recuperare qualcuno tra quelli che in passato ci hanno ostacolato o ci sono stati francamente ostili. In altri termini, Roma non far la stupida stasera. Ispettore Nazionale Volontari del Soccorso
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