INTERVISTE | 2003

in Italia e dall'estero
Non sparate sui ragazzi dell’hashish. Per Barra fa più male l’ostracismo

Da: “La Stampa” di sabato 4 ottobre 2003.
Intervista: La situazione analizzata all’indomani del plateale blitz Parla chi da trent’anni dirige il centro di assistenza Villa Maraini. “La consuetudine dei teenager per lo spinello somiglia a quella degli adulti per l’alcol”. “L’irruzione dei poliziotti ha creato un danno”

“Sul mercato ci sono altri stupefacenti molto più pericolosi. Mi spaventano quei negozi che sorgono ovunque in città dove la vendita non è vietata. Così si spingono i giovani verso droghe pesanti”. “Meglio sarebbe se non si fumasse ma questo si ottiene solo con il dialogo. Dopo tanto tempo ci sono ancora cose che non capisco”. Una perquisizione all’ alba nella casa di un diciassettenne sospettato di possedere un po’ di hashish, un’irruzione forse non in stile hollywoodiano ma sufficientemente plateale. A tre giorni dai fatti del liceo Virgilio ne abbiamo parlato con Massimo Barra, direttore del centro di assistenza tossicodipendenti Villa Maraini, uno che da trent’anni si occupa di cura in prima linea.

Fumatori come criminali?
“Un dèjà vu e un déjà vécu, tutto già visto e già vissuto. Mi sembra di tornare ai tempi del barcone sui Tevere. Era all’incirca trent’anni fa, fu trovato un barcone dove i ragazzi andavano a fumare i primi spinelli. Fu criminalizzata un’intera generazione. Non era ancora arrivata l’eroina. L’unico risultato che si raggiunse con quell’operazione fu equiparare in modo del tutto indiscriminato tutte le droghe, considerare ogni drogato un individuo da condannare e quindi i benpensanti hanno continuato a non drogarsi, i malpensanti hanno pensato: se l’effetto è lo stesso tanto vale passare all’eroina. Quando arrivò l’eroina un’intera generazione era pronta a cadere nelle sue braccia”.

Ora c’è l’eroina ma ci sono anche molte altre sostanze sul mercato.
“E si continua a commettere lo stesso errore. Parlare di sostanze senza precisare le concentrazioni è scorretto. Andare a fare perquisizioni a casa di ragazzi che fumano l’hashish mi sembra contrario agli interessi nazionali”.

Ma secondo lei fa male o no uno spinello?
“Non sono contento che il mondo usi delle sostanze stupefacenti qualsiasi esse siano: spinelli o siringhe. E vero però che ognuno di noi è un libro già scritto e che non su tutti l’hashish provoca lo stesso effetto. A chi sta già male farà sicuramente malissimo. A chi invece sta bene può non provocare assolutamente nulla. Per questo dico che parlare di hashish senza parlare del contesto, della persona e di una serie di altre variabili è del tutto scorretto, è parlare a vanvera”.

Dal suo punto di vista quanti ragazzi fumano?
“Fra i giovani c’è una tolleranza, una consuetudine con l’hashish che ricorda molto da vicino quella con cui gli adulti affrontano l’alcool. Esiste un gap generazionale che non può essere affrontato con interventi polizieschi né nell’uno né nell’altro caso, né quando si tratta di ragazzi e spinelli né quando si tratta di adulti con la bottiglia. Posso citare un episodio piuttosto recente. Un ragazzo mi aveva promesso di smettere di fumare. Un giorno mi chiama, io ero in Estonia. Mi chiede: “Posso fumare domani? Sai, è il primo gioito di scuola e sicuramente me l’offriranno”. Posso aggiungere che questo ragazzo è studente in un convitto”.

Tutti fumano, insomma. Dobbiamo preoccuparci o no?
“In questo momento mi preoccupano di più i nuovi negozi che stanno sorgendo un po’ ovunque a Roma. Vendono sostanze stupefacenti molto più forti di un po’ di hashish eppure non sono illegali. E’ corretto questo?”

Al Virgilio ancora nessuno sa da chi è giunta la segnalazione che ha fatto scattare l’operazione. Nega la preside, nega la vicepreside, eppure pare che vi siano stati per un bel po’ di tempo agenti travestiti da bidelli all’interno della scuola.
“Non entro nel merito dell’episodio di cui so soltanto quello che sanno tutti coloro che leggono i giornali. Posso dire, in generale, che da anni frequento le forze dell’ordine per la mia attività. Ne frequento a tutti i livelli, dai quadri alla base. Ho sempre trovato persone che condividono le nostre posizioni, ovvero persone convinte dell’inutilità di digrignare i denti. Base e quadri direttivi delle forze dell’ordine obbediscono a input”.

L’operazione del Virgilio si inserisce in un particolare momento: c’è un dibattito a livello nazionale tra le forze politiche, il governo vorrebbe rendere più rigorose le norme in materia.
“Non c’è alcun dubbio che le perquisizioni eclatanti dell’altra notte rientrino si inseriscano all’interno di un clima molto particolare. E’ anche vero però che l’irrigidimento è del tutto contrario agli interessi nazionali. Non c’è interesse a criminalizzare o a marginalizzare dei ragazzi perbene soltanto perché fumano l’hashish quando esistono ben altri problemi di cui ci si dovrebbe occupare. La stigmatizzazione uccide più delle droghe pesanti, provoca un cocktail esplosivo che è contrario al benessere della popolazione. E posso aggiungere anche un altra cosa”.

Aggiunga pure.
“E’ anche del tutto controproducente ai fini elettorali. Non penso che questa strategia crei voti in futuro. I diciassettenni di oggi sono gli elettori del prossimo anno”.

Ma lei come interverrebbe?
“Io intervengo già ogni giorno da trent’anni con l’assistenza, con il dialogo. E comunque dopo trent’anni ancora non ho capito alcuni meccanismi, mi stupiscono queste persone che invece pensano di sapere tutto pur non essendosene mai occupati. Il mio invito comunque è a non considerare la materia come bianconero ma come una tavolozza di grigi, di pensare a una terza via, altrimenti io come tanti altri saremo legittimati a ritenere che dei tossicodipendenti non gliene importa nulla, e l’obiettivo è semplicemente cercare consensi elettorali”.