INTERVENTI | 2010
Da: “Redattore Sociale” Roma 24 marzo 2010
L’allarme lanciato da Fondazione Villa Maraini e Saman che denunciano ritardi e lungaggini nei pagamenti delle rette. Il 25% dei detenuti è tossicodipendente, ma l’accesso alle misure alternative al carcere riguarda soltanto un condannato su sei
Tra ritardi e lungaggini lo Stato italiano non paga le rette alle comunità terapeutiche e questo si traduce in una negazione del diritto alla cura delle persone. È questo il grido di allarme che le comunità terapeutiche Fondazione Villa Maraini e Saman hanno lanciato questa mattina a Roma. Degli oltre 67mila detenuti attualmente nelle carceri italiane (oltre 24mila in più rispetto alla capienza massima) il 25% sono tossicodipendenti, ma l’accesso alle misure alternative al carcere riguarda soltanto un condannato su sei. E come se non bastasse le comunità terapeutiche ricevono con enorme ritardo il pagamento delle già esigue rette. “È antieconomico e contro l’interesse nazionale mettere i tossicodipendenti in carcere perché entrano drogati ed escono criminali”, ha detto Massimo Barra, fondatore di Villa Maraini e presidente della Commissione permanente della Croce Rossa e Mezzaluna Rossa. Il problema, per il presidente è che la legge c’è ma non viene adeguatamente applicata a causa di “difficoltà, ostacoli e malizie della burocrazia”.
A questo si aggiungono i ritardi nei finanziamenti: “Nel 2009 Villa Maraini non ha avuto un solo euro per aver ospitato detenuti tossicodipendenti in alternativa al carcere”, ha aggiunto Barra, che durante la conferenza stampa ha spiegato che la comunità “va avanti sulla pelle degli operatori, che negli ultimi mesi non sono stati pagati”. L’ammontare delle rette giornaliere nel Lazio è di 27,90 euro, somma che però non copre notti e festivi. Eppure, precisa il fondatore di Villa Maraini, “saremmo contenti se questi 27,90 euro al giorno per lo meno arrivassero, visto che nel 2009 non sono arrivati”. La verità, ha precisato, è che “andiamo avanti per tigna”.
“I reati legati alla tossicodipendenza sono spesso ‘cretini’ e ‘poveracci’ – ha detto in conferenza stampa il responsabile del Centro Alternativo alla Detenzione della Fondazione Villa Maraini, Marco Angeleri – e chi esce rischia di trovarsi ancora più disperato”. “Non si può parlare di prevenzione pensando di risolvere il problema con un paio di opuscoli – ha proseguito. – La qualità della vita parte anche dalle carceri” e “le carceri italiane non possono essere come quelle dell’Uganda”. A esprimere preoccupazione anche il presidente della Fondazione di Villa Maraini, Gabriele Mori: “Gli operatori hanno bisogno di essere pagati alla fine del mese, abbiamo combattuto tanti anni e continueremo a combattere e a portare avanti il nostro lavoro”. “Penso che al di fuori di queste mura non si capisca il nostro lavoro – ha aggiunto – altrimenti sono certo che le carenze di finanziamenti e le difficoltà burocratiche verrebbero superate”.
Nei suoi 18 anni di vita Villa Maraini ha effettuato oltre un milione di interventi e incontrato 81.405 persone tossicodipendenti, di cui 2,255 straniere. La giornata di oggi è stata anche l’occasione per la cerimonia di consegna di un’autovettura donata da Federfarma Lazio all’unità di emergenza della Fondazione Villa Maraini. Contemporaneamente è stato “inaugurato” il camper, in attività dal 1992, dell’unità di strada, recuperato dopo la ristrutturazione effettuata dai detenuti in cura presso il Centro Alternativo alla Detenzione.
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